La scintilla 2 – Con i miei studenti a scoprire la battaglia contro il nulla

Come già scritto, lavorando sui totalitarismi con le mie due quinte, in occasione dell’imminente viaggio, a Monaco l’una, a Berlino l’altra, abbiamo scoperto una luce quanto mai interessante per leggere l’attuale situazione di violenza e paura, scatenata dagli attentati di Parigi.

Non un evento che riguarda altri, un passato già sepolto (Nazi-comunismo) o persone di altra civiltà e cultura (Isis). Ma un evento che riguarda noi. Riguarda le ipocrisie, recenti e remote, dei potenti e delle persone comuni che si abbeverano a slogan dal fiato corto. Riguardano noi, riguardano me e te, e “l’egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti” (Guccini, Libera nos domine).

Per questo ho apprezzato enormemente l’ “azione” dei ragazzi che si sono resi disponibili a proseguire il lavoro svolto a lezione, con ore aggiuntive (e non dovute), guardando e ragionando su film come La Rosa bianca (totalitarismo nazista) e le Vite degli altri (totalitarismo comunista) insieme a docenti (di filosofia e storia, ma anche religione, fisica, matematica) che allo stesso modo hanno giocato il loro tempo per un qualcosa di non scontato, non dovuto. Gratuitamente.

C’è un segreto importante in questa piccola mossa degli studenti e dei prof implicati, capaci di commuoversi di fronte a vicende e temi di questo genere. Ci siamo mossi insieme attorno alla ricerca di un vita nella verità.

Il film Le vite degli altri, anticipato dalla lettura di un brano del libro dell’allora dissidente Vaclav Havel, Il potere dei senzapotere  (1978), ha messo a fuoco il motivo di questo muoversi e commuoversi.

La svolta della vita dell’aguzzino della Stasi avviene dopo l’ascolto della Suonata per un uomo buono, il cui spartito viene regalato da un caro amico, rovinato dal regime e poi suicida, allo stesso protagonista (Georg Dreyman.‎). Dopo averla  suonata, Georg Dreyman esclama, “ma se uno ha ascoltato, veramente ascoltato, questa musica, come può continuare ad essere ancora cattivo?”.

La suonata viene associata, sempre dal protagonista, all’Appassionata di Beethoven, il brano con cui ho iniziato ad amare la musica classica, allora 19enne… musica poi compagna di una vita intera e che spesso faccio ascoltare ai miei studenti.

Non ho potuto non ricordare, a conclusione del film, un passo di T.S. Eliot che mi è sovvenuto alla mente immediatamente…  “Sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’essere buono”.

In fondo il totalitarismo è il grande tentativo, ancora in corso in forme diverse, di realizzare questi “sistemi”.

Il totalitarismo non è lontano da noi. È l’esperienza dell’ottundimento della ragione, l’oblio dell’amore al bello e al buono, l’indifferenza all’altro, la perdita del gusto della ricerca della verità, il fermarsi all’esecuzione dei propri compiti senza che nulla ci strappi dal nulla, quel nulla in cui cade necessariamente la nostra esistenza se non ci accorgessimo della presenza di un “alone di splendore (che) aleggia sulla vita degli uomini” (Christoph Probst, membro della Rosa Bianca).

Questo alone di splendore va riconosciuto, contendendo  “palmo a palmo il terreno alla notte” (don Giussani).

Una bella battaglia. Questa la vera battaglia, questi i “compagni di lotta”, contro cui l’ISIS non ha chanche di vittoria.

Di compagni di lotta così ne ho conosciuti tanti nella mia vita e ne conosco ogni giorno di nuovi. Uomini (alcuni cristiani, altri islamici, altri ancora non credenti) capaci di desiderare ancora il bello, il vero, il buono.

Ma quegli uomini che hanno ucciso che speranza avevano? La donna, Hasna, era una dirigente d’azienda, bella, brillante… ma odiava la Francia, paese d’infedeli. Altri erano imbottiti di droga, per reggere il grande passo verso la morte. Altro che Martiri. Martiri sono i 19 Egiziani Copti che benedicono Cristo, mentre il boia impartisce loro una morte che non desideravano. 19 giovani che vivevano per qualcosa di più forte della morte.

I criminali dell’ISIS, non immigrati, ma nativi in Europa, non balordi ma colti e affermati – così taluni -,  che Francia ed Europa hanno incontrato? Come non essere tristi per non aver saputo loro testimoniare nulla di buono?

Per questo la lotta al nulla, che accomuna noi e l’Isis, noi nella nostra impotenza a testimoniare una speranza, l’Isis nella sua folle traduzione della disperazione in un progetto totalitario e irrazionale, così simile al Nazismo per la sua crudeltà e lucida pazzia, passa per scintille di bellezza e di vita diversa. Come quella messa in atto, pur forse inconsapevolmente, dai miei ragazzi e colleghi. Per questo dico loro grazie.

Scintille di vita buona. Come quella in cui si darà esplicita manifestazione con il grande gesto di gratuità della Colletta alimentare del 28 novembre. Un puro gesto di gratuità che spezza il grigiore del quotidiano e fa riscopre l’alone di splendore di cui ben si accorgeva il martire per la libertà Probst. Anche per questa iniziativa, occorre dire grazie a tutti coloro, studenti, amici, che si stanno mettendo in gioco e mi testimoniano che l’ISIS non può vincere.

Scintille di vita diversa, per imprimere alla vita un corso diverso dal nulla a cui ci vogliono portare, soavemente con le note di un motivetto alla moda, o crudelmente, con il volto accigliato di un terrorista islamico.

 

 

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