“Canta per il mondo”: dare casa al desiderio di pienezza di ogni uomo

Torna il concerto del Coro Popolare (detto il “corone”), la realtà nata a Rimini oramai cinque anni fa dal singolare incontro tra genitori e ragazzi preoccupati di costruire un valido percorso educativo – l’associazione di Famiglie Onlus Il Ponte sul Mare –  e l’ensemble Amarcanto. Quest’anno, sulla scia della bella esperienza di anno corso, si aggiunge il giovanissimo Piccolo coro delle scuole Karis, guidato da Teresa Forlani. Il tutto coordinato con esperienza da Laura Amati e Anna Tedaldi.

L’appuntamento è per il 19 maggio, al teatro Novelli di Rimini, alle ore 21 (vedi la locandina).

Siamo al quinto anno, tanti ne sono passati dal primo concerto, ma è più che mai vivo il desiderio di incontrarsi e di porre nella città un principio di novità, una possibilità di incontro e di risposta ai propri bisogni più profondi. È questa infatti la ragione ultima che muove i circa 70 componenti del coro, i quali mettono in gioco se stessi e la loro passione per la bellezza, attraverso il canto, per giungere ai confini del mondo, sia con la ricerca musicale, sia, concretamente, rispondendo alle urgenze che incontrano. Anche quest’ anno, infatti, i proventi del concerto andranno a sostenere gli studi di 14 studenti in Uganda. I ragazzi frequentano la Luigi Giussani High School, un’ oasi di umanità in un paese già martoriato dalla guerra, in preda oggi alla povertà e terra di accoglienza di profughi provenienti dal Sud Sudan.

A descrivere le sofferenze, ma anche le speranze e le scintille di vita presenti in quelle terre (tra cui la scuola è una delle perle più preziose), sarà Marco Ponselè, membro di AVSI e di recente impegnato proprio in Sud Sudan e che vanta forti legami con il Kenia e soprattutto l’Uganda.

AVSI è la realtà che coordina 150 progetti di aiuto concreto alle popolazioni in ben 30 paesi tra le zone più bisognose del pianeta. Quest’anno la raccolta fondi lanciata in Italia sostiene quattro progetti: un’ospedale in Siria aperto a tutte le persone, di qualsiasi ceto e credo religioso; un asilo a Qaraqosh, la città da poco liberata dall’ISIS; l’associazione Portofranco, che in Italia garantisce un aiuto allo studio a centinaia di ragazzi, tra cui numerosi stranieri, fornendo così un’esperienza di integrazione di straordinario valore; ed infine proprio la Luigi Giussani High School.

La formula della serata sarà quella sperimentata con successo gli anni scorsi: ad introdurre il concerto vi sarà la testimonianza di Ponselè,  per poi viaggiare nel mondo intero, grazie alla musica, seguendo una traccia ben precisa, dettata dal tema che ha caratterizzato tutte le iniziative di AVSI di quest’anno.

Il tema scelto per il 2018 è la casa, intesa non solo come dimora fisica, ma come luogo di accoglienza e di incontro. Luogo in cui uno trova se stesso.

Ed è proprio questa, in fin dei conti, l’esperienza del “corone”, che da Rimini si dilata al mondo, come già gli anni scorsi abbiamo scritto ampiamente.

Quest’anno questa intuizione originale è ancora più evidente.

È sempre più forte infatti il pullulare di iniziative che nascono spontanee e che vanno ad incontrare i bisogni crescenti di una società sempre più liquida. Liquida nelle sue componenti d’origine. Non sappiamo più chi siamo. Non riconosciamo più la nostra terra come nostra “casa”. Non abbiamo più luoghi di reale incontro.  Una perdita di coscienza resa ancora più acuta, ma non causata, dalla presenza di numerosi migranti, stranieri che fuggono dalle situazioni che AVSI tenta di alleviare e confortare nelle zone d’origine. Nascono così gruppi e realtà che si muovono per rispondere anche qui, in Italia, al bisogno di dimora, di istruzione, di accoglienza.

Il Coro Popolare di Rimini è un grande ponte lanciato tra il bisogno di trovare ed offrire una dimora. Cercare e trovare la propria casa ed offrirla a chi l’ha perduta è un tutt’uno. E questo si realizza, in primo luogo, in uno sguardo, in un incontro (dove tutto si ricompone, dove la casa prende forma  nel proprio animo), fino a giungere a volerla costruire, raccogliendo denaro, producendo iniziative, magari partendo come testimonieranno i volontari di AVSI, che nei prossimi giorni interpelleremo per farveli conoscere meglio e che sabato sera avremo presenti fisicamente a Rimini.

La casa è un movimento della persona, che genera un’amicizia che diventa un luogo umano, una dimora dove ritrovarsi. Condividere questa casa con chi non la possiede, perché distrutta o mai costruita, è un passo conseguente e necessario.  Ed è così che accade che gli amici del Coro possano giungere a sostenere una mezza classe di ragazzi, strappati ad un destino, altrimenti privo di speranza. È così che AVSI si impegna, senza pretese risolutive, a costruisce una casa per tutti.

Nei prossimi giorni approfondiremo quello che fa AVSI nel mondo e la grande opportunità che la serata di sabato offre ad ognuno di noi.

Opportunità, in primo luogo, di ritrovare la propria casa.

Nel 2014 il Coro Popolare già cantava “Voglio una casa”, anticipando il tema 2018 di Avsi. 

Unico orizzonte il mondo: torna il grande coro di Rimini

Torna il concerto dell’ormai famoso “corone”, nato ben quattro anni fa e da allora protagonista di magiche serate da tutto esaurito al Teatro Novelli di Rimini. Il concerto Canta per il mondo riproporrà anche quest’anno musiche e canti popolari con grandi sorprese nel corso della serata. Si svolgerà sabato 20 maggio alle ore 21, presso il Teatro Novelli di Rimini. Ingresso a offerta libera.

Protagonisti saranno sempre loro (ricordate? Ne parlammo lo scorso anno), ovvero l’associazione Il Ponte sul Mare e l’ Ensemble Amarcanto, che insieme ai ragazzi di quella che era stata l’associazione Open hanno iniziato questa straordinaria amicizia, capace di muovere risorse e tanta gente. L’obiettivo anche quest’anno è l’adozione di 13 ragazzi ugandesi, a cui –  grazie a quanto si potrà raccogliere – sarà permesso di studiare presso la scuola Luigi Giussani di Kampala, in Uganda.  Senza l’aiuto del “corone” questi ragazzi sarebbero destinati al degrado ed alla miseria. Invece, il contributo di ognuno, anche solo partecipando al concerto,  potrà accendere una speranza, confermando una strada intrapresa. Un bisogno di “accensione” che però riguarda un po’ tutti, come ci raccontano Ivana e Angela, tra le protagoniste di questa esperienza.

Con loro abbiamo voluto quest’anno capire meglio chi sono questi “pazzi” che ad ogni occasione non mancano di esprimere la loro esuberante passione per il canto (e per il mondo).  (Anno scorso fui invitato alla loro cena post concerto e guardate nella clip che succedeva!).

 

Ivana, Angela, ci raccontate come è nato tutto? Quale la storia e la ragione della nascita del “corone”?

Crediamo ci siano due passaggi fondamentali.

Il primo è che per molti di noi, crescendo, era sempre più vera questa esperienza: non ti concepisci da solo, sei dentro una realtà grande e dici a sì a qualcosa che ti accade intorno. Tutto quello che è nato, fino a giungere all’esperienza del coro, è stato un susseguirsi di fatti, di avvenimenti a cui abbiamo detto sì.

Il secondo, conseguenza del primo, è che nasce un desiderio fortissimo di incontrare gli altri, ovvero chi ha una vita diversa dalla tua. Questo perché concepirsi come costituiti da un Altro, rende famigliare l’alterità di ognuno, con i suoi bisogni, le problematiche, le contraddizioni.

Così noi, genitori che avevano dato vita a Ponte sul mare, circa una trentina di famiglie, per aiutarci e sostenerci nell’educazione dei figli – che prima di tante cose contingenti hanno bisogno di una grande compagnia in cui crescere – abbiamo incontrato Laura e Anna, che già guidavano l’Ensemble Amarcanto, gruppo di giovani, e meno giovani, appassionati del canto e che ci hanno proposto un gesto di carità mettendo  a disposizione il loro talento musicale.

Di qui l’amicizia, lo stringersi di rapporti e l’idea di preparare una serata per sostenere i progetti con cui AVSI sta aiutando situazioni di grandissima difficoltà nel mondo.

Infine, grazie ad AVSI, nasce la grande amicizia con i ragazzi della scuola Luigi Giussani di Kampala, fino ai “collegamenti”.

Spiegateci…

Il primo è stato anno scorso, ma quello più bello e commovente è stato pochi mesi fa. In sostanza da due anni, prima di iniziare il grande lavoro di prove per arrivare al concerto, ci colleghiamo via Skype con i ragazzi che sosteniamo. Quest’anno è stata la scoperta di ritrovarsi uniti in un bisogno: il bisogno loro di aiuto e il bisogno nostro di uscire dalla nostra situazione, di aprirci al mondo, di non soffocare dentro una vita già predeterminata.  Il loro, un bisogno urgente, perché senza la scuola, non hanno futuro. Il nostro, altrettanto intenso, perché non si può vivere solo di se stessi.

Il collegamento Skype con i ragazzi dell’Uganda

Ci hai parlato di grande intensità emotiva in questo collegamento via Skype, lo avete anche trascritto in una lettera (si veda qui)… Cosa ha suscitato questa emozione?

Dall’Italia all’Africa abbiamo fatto sentire i nostri canti a loro, e loro avevano imparato canti per noi. Sono stati bravissimi. Abbiamo visto il cammino che hanno fatto da anno scorso, ed è stato davvero notevole. Questo ce li ha fatti sentire vicini, veramente parte di noi. Bisogna tenere conto che la situazione là è davvero impossibile. Ci sono classi di 100 persone, ragazzi abbandonati, e loro erano riusciti persino a comporre musica e parole per noi.

Un cambiamento in atto…

Esatto. E non solo in loro. Noi abbiamo vissuto al nostro interno un fiorire. Una di noi, Manuela, al momento di laurearsi in sociologia, ha ricevuto la richiesta del suo prof. – che la sentiva raccontare di questa esperienza di aggregazione – di fare la tesi sull’esperienza nostra.

Altre foto del collegamento Skype con i ragazzi dell’ Uganda

Come vive l’esperienza del coro durante l’anno?

Come accennavo, si prova e si fa il concerto. E ad ogni serata di prove si vive questa esperienza dell’incontro. Ma poi gli incontri si moltiplicano e ci chiamano a cantare in varie occasioni.  Ad esempio quest’anno andremo a cantare nei paesi dei terremotati del centro Italia. Anche qui seguendo quel che succede: i ragazzi di Gioventù Studensca hanno costruito questa bellissima collaborazione e amicizia con alcuni abitanti di Sarnano e di altri paesi vicini. Ci hanno chiesto di andare a fare un concerto per loro che saranno in gita là il 4 giugno e per la popolazione, e noi abbiamo accettato subito. Seguiamo quanto di buono accade e ci è chiesto.

E la serata del 20 maggio? Che sorprese ci riserverà? Quale il tema?

Il grande tema è lo stesso che ha scelto quest’anno AVSI, ovvero i migranti. Avremo la testimonianza del medico Alfonso Fossa’ (presto proporremo la nostra intervista, realizzata per conoscerlo meglio -ndr). I canti seguiranno questo filo rosso  andando a toccare le tradizioni dei popoli in viaggio verso le nostre terre, sulla falsariga anche del bellissimo lavoro fatto da Amarcanto in alcuni suoi concerti di qualche mese fa. Non mancheranno sorprese e un finale esplosivo, che però non posso proprio rivelare!

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