Con centinaia di amici, davanti al sagrato del Duomo di Rimini. Con noi il vescovo, arrivato trafelato da una manifestazione ufficiale con le autorità in piazza, … e tutti noi grati per la sua vicinanza e paternità.
Le parole di don Carron, i canti stupendi della tradizione cristiana, i volti attoniti e commossi, ma lieti e certi degli amici di sempre, di chi tante volte ti ha aiutato a ripartire.
E poi l’ascolto delle parole del papa. “È una terza guerra mondiale. Non è un gesto religioso, né umano. Non si può comprendere…”.
Infine il saluto, la preghiera (bellissima) e la benedizione del nostro vescovo Francesco.
Si esce e si torna, insieme a moglie, figlie e amici, Per strada si incontra qualche tuo studente… Parole intanto sul telefonino con chi da scuola chiede cosa si possa fare… Settimana prossima ci sarà molto da lavorare.
E si esce con una certezza. Noi non moriremo. Ci possono anche ammazzare, ma non moriremo.
Per grazia, non moriremo. Lieti nella prova.
Testo consegnato al rosario tenuto a Rimini poche ore fa:
Comunione e Liberazione si unisce alla commozione, al dolore e alla preghiera di Papa Francesco per le vittime degli attacchi di Parigi e per il popolo francese: «Queste cose sono difficili da capire. Non ci sono giustificazioni per queste cose, questo non è umano» (Papa Francesco al telefono con TV2000).
Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato: «Davanti ai nostri occhi c’è un’evidenza: la vita di ciascuno è appesa a un filo, potendo essere uccisi in qualsiasi momento e ovunque, al ristorante, allo stadio o durante un concerto. La possibilità di una morte violenta e feroce è divenuta una realtà anche nelle nostre città. Per questo i fatti di Parigi ci mettono davanti alla domanda decisiva: perché vale la pena vivere? È una provocazione che nessuno di noi può evitare. Cercare una risposta adeguata alla domanda sul significato della nostra vita è l’unico antidoto alla paura che ci assale guardando la televisione in queste ore, è il fondamento che nessun terrore può distruggere».
«Chiediamo al Signore di poter affrontare questa terribile sfida con gli stessi sentimenti di Cristo che non si lasciò vincere dalla paura: “Oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia” (I Pt 2,23). Con questa Presenza negli occhi potremo guardare perfino la morte, a cominciare da quella di coloro che hanno perso la vita a Parigi, offrire ai nostri figli un’ipotesi di significato per stare davanti a queste stragi e a ciascuno di noi una ragione per tornare al lavoro lunedì mattina continuando a costruire un mondo all’altezza della nostra umanità, con la certezza della speranza che è in noi». Con queste parole don Carrón ha invitato tutti gli amici del Movimento ad aderire ai momenti di preghiera che saranno proposti dalle diocesi, in unità con il Papa e con tutta la Chiesa.
Le parole del papa
Santità quali pensieri e sentimenti davanti alla carneficina di Parigi ?
“Sono commosso e addolorato. Non capisco ma queste cose sono difficili da capire, fatte da essere umani. Per questo sono commosso, addolorato e prego. Sono tanto vicino al popolo francese tanto amato, sono vicino ai familiari delle vittime e prego per tutti loro”.
Lei ha parlato tante volte di una terza guerra mondiale a pezzi ?
“Questo è un pezzo, non ci sono giustificazioni per queste cose”.
Soprattutto non ci può essere una giustificazione religiosa ?
“Religiosa e umana. Questo non è umano. Per questo sono vicino a tutta la Francia che le voglio tanto bene”.